CoviDiario
80 giorni di relazioni e pensieri in lockdown

Dalla necessità di dare voce a molte storie, anche minime, di lotta e resistenza quotidiana al virus Covid-19, nasce un blog che poi si trasforma in un Diario di carta che rivela l’esistenza di un fitto sottobosco di azioni e relazioni nate durante i mesi del lockdown. Se di queste vicende si fossero impossessati i mass-media e la stampa ‘tradizionale’ non avremmo questi racconti, o peggio, avremmo l’ennesima sfilza di numeri, statistiche e uomini appiattiti alla voce ‘eroi’. Questo libro svela chi era al centro del tornado Coronavirus e combatteva senza armi o quasi; chi, mentre qualcuno si adeguava silenziosamente a indossare la mascherina e a non uscire di casa, cercava il modo per non sottostare passivamente a una reclusione travestita da sicurezza, fosse solo ragionando in maniera autonoma. Un testo fondamentale perché non accada quanto scriveva nel 1908 Anatole France: “Le testimonianze false valgono più di quelle vere, perché vengono create espressamente per le necessità della causa, su ordinazione e su misura, e quindi risultano esatte e particolareggiate. Sono preferibili perché trasportano le menti in un mondo ideale e le distraggono dalla realtà, che, in questo mondo, purtroppo, non è mai senza ombre.” CoviDiario affronta ragionamenti ampi, coinvolgendo il passato di un Paese senza memoria e contribuendo a svelare gli aspetti della nostra Società che da anni ci vengono tenuti nascosti: da riflessioni affini al mondo della Sanità pubblica massacrata da trent’anni di tagli e una logica votata al guadagno dei dirigenti, arriva ad affrontare questioni cruciali come l’informazione, l’uso delle parole, la società dei consumi, il conformismo. I resoconti dell’autore sono basati su osservazioni di persone realmente coinvolte, filtrate e riscritte da chi usa la scrittura da anni per scalfire la superficie della realtà e svelarla più profondamente, per costringere a riflettere anche chi non è più abituato a farlo da anni.

 

MARCO SOMMARIVA (Genova, 1963) premiato da Alessandro Baricco nel maggio 2001 come vincitore del Concorso letterario ideato dalla libreria online bol.com-Arnoldo Mondadori Editore, ha pubblicato i romanzi Il cristallo di quarzo (1999), Vorompatra (2003), Fischia il vento (2005), Il venditore di pianeti (2006), Lottavo romanzo (2013), L’osteria dei soprannomi (2014) e L’uomo degli incarichi (2019); i saggi Ribelli 1000-2000, un lungo millennio (2002), Lula (2003), Pillole situazioniste (2005), Written in the U.S.A. (2016), Italian graffiti (2017), Indispensabile (2019) e Sbirri! (2019); i fumetti Ventotene, storie di confinati (2007) e Esci dal guscio! (2019).




Verso la libertà
Racconti di Resistenza in Alta val Tanaro

Questo libro fa seguito alle testimonianze e racconti, relativi alla seconda guerra mondiale, riuniti in un mio precedente volume dal titolo: “Cari genitori, state tranquilli che sto bene… Diari, lettere, racconti di soldati dell’Alta val Tanaro”, pubblicato nel 2016 dalle Edizioni “Il Geko” di Recco (GE). Ai fatti, ordinati cronologicamente ed esposti in forma di racconti brevi, si alternano narrazioni e testimonianze di persone che assistettero o parteciparono ad eventi accaduti in Alta val Tanaro, o in valli prossime ad essa del Monregalese e della Liguria di ponente. Tutte le vicende sono riconducibili ai venti mesi (settembre 1943-aprile 1945) durante i quali, similmente a quanto accadde in altre regioni italiane, anche nell’area di cui tratto si protrasse la “lotta per la Libertà”; per essa, come si può constatare durante la lettura del libro, la popolazione civile pagò, indubbiamente, un prezzo molto alto. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 la guerra, dapprima vissuta “a distanza” dalla popolazione dell’Alta val Tanaro, arrivò d’improvviso “sulla porta di casa e vi entrò dentro con prepotenza”: la gente si trovò di fronte un occupante ed un nemico. Numerosi ex militari, sbandati, giovani renitenti o che non avevano aderito all’esercito della RSI, diedero vita alle prime bande di resistenti che si opposero alle formazioni nazifasciste. Per venti mesi, dal settembre 1943 all’aprile 1945, gli abitanti dei paesi e delle loro frazioni convissero con la costante minaccia di rastrellamenti, soprusi e violenze, vessati sia dai nazifascisti, sia dai partigiani impegnati, soprattutto questi ultimi, nella continua ricerca di cibo, vestiario e calzature, armi e munizioni. Delazioni, sequestri, ritorsioni, crimini furono all’ordine del giorno. Si registrarono con assiduità anche  movimenti e passaggi di uomini e rifornimenti attraverso la valle, e tra questa e le valli confinanti del Basso Piemonte, del Ponente ligure e della vicina Francia. Le vicende e le testimonianze riportate nel libro forniscono un’idea di quanto accadde in quel periodo, di come tante persone affrontarono gli avvenimenti e di come alcuni seppero comportarsi dimostrando, pur in momenti così precari, difficili e drammatici, grande altruismo e generosità.

 

TULLIO PAGLIANA Nato a Ormea (CN), risiede a Cogoleto (GE). Ha scritto diversi libri legati alla storia dell’Alta val Tanaro tra cui: “Chiese, piloni, cappelle di Ormea e frazioni. Momenti di storia e religiosità popolare”, Editore Dominici (IM), 1990; (con Corrado Avagnina) “Martino dalla parte dei poveri. A 1600 anni dalla morte del santo vescovo di Tours”, pubblicato nel 1998 a cura della Parrocchia di Ormea; “Stefano Cagna, un aviatore al fianco di Italo Balbo”, edizione a cura del Comune di Ormea, 2002; “Cari genitori, state tranquilli che sto bene… Diari, lettere, racconti di soldati dell’Alta val Tanaro”, Il Geko Edizioni, Recco (GE), 2016; “Genti e castagni in Alta val Tanaro. Storia, immagini, lessico e cultura contadina”, Il Geko Edizioni, Recco (GE), due volumi, 2018. Ha curato diverse pubblicazioni e monografie collegate al Museo Etnografico dell’Alta val Tanaro allestito nel 1994 ad Ormea. Inoltre ha scritto il volume: “Gli ospedali del Ponente genovese. Voltri, Cogoleto, Arenzano, Pegli-Pra’, Campoligure, Rossiglione. Storia, personaggi, immagini”, stampato nel 2010 a cura della Asl3 Genovese.




Chiavari per noi

Una città, i suoi abitanti, le antiche tradizioni. I protagonisti della vita cittadina, i luoghi di ritrovo, gli amori e gli eventi che hanno traghettato Chiavari nei decenni. Il volume di Pezzi raccoglie un’eredità storica, fatta di avvenimenti realmente accaduti, episodi e vicende di chiavaresi in una sorta di flusso continuo di coscienza.

PIERLUIGI PEZZI nato e residente con la moglie a Chiavari: una figlia e due nipotine. Laureato alla Facoltà di Magistero con tesi in filosofia della storia nel 1974; ha ricoperto ruoli di responsabilità nazionale nel mondo del lavoro nei trasporti, partecipando a meeting internazionali in tutta Europa; fino al 2016, tra Genova e Roma, in Autostrade. Scritti su: “Liguria Trasporti” (1981 – 1987), Genova “Solidarietà” (1987 – 1996), Torino “Conquiste del lavoro” (1988 – 1997), Roma “Koinè” Geopolitica dei Trasporti (1996), Milano “Autostrade cronache” (1999 – 2008), Roma “Giovanni Paolo II in visita alla Diocesi di Chiavari” (2008), Le Mani ed. – Recco “U Sciû Prevostû”- Internos, 2015, Chiavari “Il Villaggio” (2010 – 2016), Microart – Recco. Pubblicazioni: “Mario Sbarbori: Un Dono” (2002), Le Mani ed. – Recco “Da San Quirico a San Bernardo” (2014), con F. Baratta, Geko ed. – Recco “Don Botto: un parroco e la sua chiesa” (2016), con F. Baratta, Geko ed.- Recco “San Pê de Canne – storia di nostra gente” (2017), con M. Casaretto, Geko ed. – Recco “Don Gian” (2018), Geko ed. – Recco “Non solo don Nando … Olga e Gigetto Negri” con F. Baratta, Geko ed. – Recco




Se il mare viene sulla terra
Fotografie di Marcello Campora

Questa è la storia del mare che un giorno ha deciso di venire sulla terra La notte del 29 ottobre 2018 il mare davanti alla mia casa ha deciso di venire sulla terra. Non ho ancora capito bene il perché ad un certo punto il mare decida di venire sulla terra. Sembra quasi che ci sia troppo mare in mare. Mio nonno mi ha detto che è colpa dei grandi che sanno solo guardarsi la punta dei piedi. Ma loro lo fanno per non bagnarsi!

MARCELLO CAMPORA Nato a Savona, è architetto. Nel dicembre 2016 allestisce a Imperia, presso lo Studiorossi+ Secco, la mostra dal titolo ‘Spiaggia libera’. Nell’agosto 2017 presenta a Savona presso il Complesso Monumentale del Priamar il progetto ‘Torino vuota’. All’inizio di novembre 2017 a Torino presso l’Officina ‘Il Bicino’ realizza l’installazione ‘Tre biciclette’. Nel gennaio e nell’aprile 2018 viene invitato a documentare per ‘Striscia la notizia’ alcuni momenti del backstage della trasmissione con il dichiarato intento di raccontare la verità nascosta dietro lo schermo. Tra il 2018 e il 2019, insieme al giornalista Mario Muda, realizza ’Game over’, un progetto che mira a rendere visibili i volti, e conoscere le storie, dei ‘nuovi poveri’. Il progetto è ora diventato il sito web www.game-over.eu. Nel maggio 2019, nell’ambito della mostra ‘Doppio sogno’, allestita a Finalborgo e curata da Riccardo Zelatore, espone i due progetti: ‘Highway Saluzzo Revisited’ e ‘I Milanesi’. Nell’ottobre 2019, presso il Museo della Ceramica di Savona viene presentato il libro/catalogo ‘Marcello Campora Vincenzo Cabiati Saint Sebastian’. Il libro raccoglie gli scatti che raccontano la realizzazione da parte dell’artista Vincenzo Cabiati del progetto in ceramica ‘Saint Sebastian’, opera voluta e curata da Riccardo Zelatore. Nell’ottobre 2019 il progetto ‘Albania-Romania 1-0’ viene selezionato per essere esposto nella sezione Ph.ocus dell’edizione di Paratissima Art Fair di Torino Nell’aprile 2020 il video della favola fotografica ‘Se il mare viene sulla terra’ viene pubblicato dal Museo Santa Maria della Scala di Siena, all’interno della sezione online dedicato ai bambini ‘Ti regalo un’idea’ curato da Michela Eremita. Sempre nell’aprile 2020 una fotografia del progetto ‘Tomorrow’ ottiene la menzione speciale della giuria nell’ambito dell’esposizione online ‘HOME’, organizzata dalla galleria ‘Opendoors’ di Londra, con tema il recente lockdown. Il suo lavoro è da sempre incentrato sulle trasformazioni sociali, intese come motore di rinnovamento culturale. I cambiamenti sono raccontati attraverso le storie degli uomini e delle donne che ne sono protagonisti inconsapevoli.




Oltremare
Di valle in valle nel Ponente estremo

L’estremo Ponente è un regno arcaico di paesi di pietra in bilico su pendii brulli grigioverdi e su distese tremolanti di ulivi d’argento. Fermo ad un suo tempo interiore, immutabile. È un affresco in una chiesa campestre, un polittico prezioso, un Giudizio universale terrificante, un ponticello a schiena d’asino, un torrente che scava una forra. È una torre di avvistamento puntata verso il mare, una meridiana dipinta, è una rete di castelli diroccati. È rito ancestrale per celebrare il passaggio delle stagioni, flusso denso di olio dorato, processione di flagellanti incappucciati, fascio di erbe selvatiche raccolto da streghe sapienti. È filari di viti messe a dimora sulle fasce dei benedettini che hanno inventato la pianura in un mondo verticale. È un lembo di terra strategica conteso da sempre, una strada militare sulla cresta delle montagne, è la neve delle Alpi più vicine al mare, una via del sale che si arrampica sui crinali, un sentiero tra le spine per i contrabbandieri, un borgo attraversato dalla transumanza, una pecora con le corna a ricciolo. È un artista di Bussana, una parrocchiale scoperchiata dal terremoto, è ardesia, un passaggio voltato, una partita di pallone elastico. È la sabbia fine, gli alberghi Liberty sulla spiaggia, il Festival della canzone italiana. Lì, dove l’Italia finisce. È palme e fiori, è l’arco del sole, l’attesa di un confine. È distanza. È dialetto imperiese, lingua brigasca, cucina bianca, pane di Triora, bruss, baci di Alassio, stròscia e piscialandrea. È il Far West.

LORENZA RUSSO da anni scrive di cultura alpina, di escursionismo e di ambiente in libri, favole e articoli (per “Alp”, “Lo Scarpone”, “L’Alpe”). Dopo aver dedicato molto tempo alle Dolomiti, si è spostata nel Ponente Ligure e ha scritto una guida gastronomica del Finalese (Dove nel Finalese. Il meglio di osterie, locande, agriturismo e prodotti tipici, Torino, Cda&Vivalda, 2003), territorio a cui è particolarmente legata. Dal rapporto con i “monti pallidi” sono nate una tesi di laurea in glottologia, poi trasformata in una guida escursionistico-toponomastica dal titolo Pallidi Nomi di Monti.Camminare nel territorio delle Regole d’Ampezzo tra Linguistica, Natura e Storia (esaurito) e il libretto di favole Bestiario d’Ajal, edito dal Comune di Cortina d’Ampezzo e illustrato da Lorenza. Le storie, ambientate nei boschi di Cortina d’Ampezzo, hanno il testo a fronte in dialetto ampezzano, infatti il Bestiario è stato pensato per gli allievi della Scuola elementare di Cortina che spesso non conoscono la natura della valle in cui abitano. La grande passione per la montagna ha portato Lorenza a scrivere due manuali per la casa editrice Hoepli, Camminare in montagna (2008) e Camminare nei boschi (2012). Nel 2008 Lorenza ha scritto la favola naturalistica La grande giornata di Loazzolo per la neonata oasi WWF del Forteto della Luja, a Loazzolo nelle Langhe. Per il nuovo Melangolo sono usciti due libri dedicati al Finalese: Autobiografia finalese – Guida sentimentale ai luoghi del Finalese e alla loro vita (2013 seconda edizione) e Cantastorie – Brevi ritratti di luoghi dimenticati nel Finalese (2014) e Milanomare, viaggia alternativi tra Milano e la Liguria (2015). Per Il Geko edizioni è uscito Mi porti in Val Bormida (2017) e Landa d’autunno (2019)




CABIRIA 194 – 195
Studi di cinema

Fellini 100 L’occasione del centenario felliniano ci offre l’opportunità di aggiungere qualche contributo non peregrino ai tanti che si stanno pubblicando in tutto il mondo. Di Fellini si potrebbe parlare in ogni nostro fascicolo senza paura di ripetersi, scoprendo sempre qualcosa di nuovo – o di antico, se ricuperiamo (come siamo soliti fare e facciamo anche ora) dei materiali dimenticati. Partiamo da questi. Qui accanto potete vedere una piccola tavola di vignette, firmata semplicemente “Federico”, uno dei tanti disegni umoristici che Fellini ha realizzato prima di esordire nel cinema, che credo non sia stata più ripubblicata da quando comparve su «spettacolo» il 7 luglio 1944 a p. 43. È un “raccontino”, come si legge nel cartiglio, suddiviso in quattro scene, dove troviamo il circo, la “donnona”, una sorta di odalisca (come la “bella sulamita dello Sceicco Bianco) e una danza del ventre domestica, con tanto di tegame in testa al posto della falce di luna della procace selene circense (e qui viene in mente la padellata che don Pietro dà al vecchietto allettato in Roma città aperta). Vogliamo dire che c’è già molto del suo mondo a venire? Potremmo farlo, ma finiremmo per alimentare luoghi comuni. c’è poi, nel Laboratorio, il testo della lettura della Dolce vita che padre nazareno Taddei (altro centenario) redasse nel 1960: è un pezzo di storia della critica cinematografica, della società italiana, di una pastorale culturale che anticipò il concilio (e ne pagò lo scotto). Fondamentale rileggerla. Inoltre, dal 1964, un’intervista dimenticata, assente da tutte le bibliografie, a Fellini e Moravia sul rapporto tra cinema e letteratura. Di nuovo, invece, pubblichiamo un saggio sul “soggetto” nel cinema di Fellini da parte di uno dei massimi esegeti americani del Maestro, Frank Burke; e inoltre uno studio su quanto di innovativo Fellini ha dato al linguaggio filmico: in genere parlando dei suoi film tutti si soffermano sui contenuti, come se questi fossero avulsi da una serie di scelte espressive personalissime che spesso sono state innovative e rivoluzionarie. Ma non è tutto: Aldo Buzzi e Arrigo Benedetti vengono analizzati nel loro rapporto con il cinema andando a indagare in anfratti meno noti del loro lavoro intellettuale. Per questa volta non avremo né cineforum né Groovy Movies, che torneranno nel prossimo fascicolo (assieme a nuovo materiale felliniano).




La comunità solidale
Storia dell’associazione Giovani Amici Uniti

Insieme è necessario dare continuità al filo motivazionale che da oltre cinquant’anni alimenta una storia sociale e fa vivere una solidarietà attuata con la partecipazione di persone di tutte le età a favore del bene comune e della comunità territoriale. Una sfida difficile e tuttavia possibile, nella convinzione che la speranza e il sogno hanno come presupposto la fiducia nel futuro da parte delle persone, ma che per concretizzarsi come progetto sociale richiedono  l’impegno collettivo. È questa la sfida perseguita dalla GAU, dalla sua costituzione ad oggi, grazie all’impegno di migliaia di volontari che nel tempo si sono succeduti nelle diverse attività, dei dipendenti che hanno lavorato in tutti questi anni, di centinaia di ragazzi del servizio civile, oltre che delle migliaia di soci, delle diverse istituzioni e dei suoi gruppi dirigenti.




Uno sguardo sul mio quartiere e altri scritti

L’idea di riunire i lavori di mio marito Mauro Minetti in un’unica pubblicazione mi è sorta quando, dopo la sua morte, riordinando le sue carte ho cominciato a rileggere alcuni suoi articoli e, andando in giro per il nostro quartiere, mi sono sorpresa a guardare strade e palazzi con i suoi occhi, Mi sono chiesta allora se ai suoi amici avrebbe fatto piacere avere in mano un libro che li raggruppasse, almeno gli articoli che egli aveva salvato nei suoi archivi cartacei. Sono certa che ne esistano altri perché spesso egli riceveva richieste alle quali rispondeva anche sotto forma di lettera ma purtroppo non ne ha conservato traccia. La prima parte del libro racchiude gli scritti che trattano principalmente di strade e palazzi di Marassi e San Fruttuoso, escluso l’articolo 17 sulla Ferrovia, quartieri in cui trascorse tutta la sua vita. Innamorato della sua città amava in particolar modo San Fruttuoso dove era nato. La seconda parte è composta invece di brevi riflessioni sulla vita, attualità e curiosità. Ho pensato di inserirli in questa pubblicazione perché dà l’immagine di un uomo pieno di spirito critico e di umanità. La terza parte, più breve, raccoglie un piccolo assaggio delle lettere che egli scriveva. Spero vivamente di aver fatto cosa gradita a quanti lo hanno conosciuto e gli hanno voluto bene. Concludo con l’osservazione che alcuni articoli trattano temi che oggi possono apparire obsoleti ma sicuramente gran parte delle criticità trattate continuano purtroppo a rimanere tali. Ringrazio infine tutti quelli che lo hanno apprezzato, i suoi amici e colleghi del Municipio III Bassa Val Bisagno e le Redazioni dei giornali che hanno Pubblicato i suoi lavori. Fortunata Spadaro Minetti

MAURO MINETTI, (13/09/1948–30/12/2018) vede la luce a Genova, nel quartiere di San Fruttuoso vicino al complesso di Sant’Agata, da padre genovese e madre emiliana. Si sposa nel 1975 e dal matrimonio nascono tre figlie. Presso le suore Maestre Pie del convento di Sant’Agata frequenta la scuola materna e in piazza Martinez, alla Marconi, la scuola elementare. Fa parte del gruppo scout “Genova 8” fino a quando viene assunto, dopo il diploma, nelle Ferrovie dello Stato, prima come Assistente, poi come Capostazione e infine come Revisore Superiore. Abbandona gli studi in Scienze Politiche perché unico sostentamento della madre vedova. Tuttavia la politica rimane una delle sue passioni, insieme alla Storia della Marina, e vi si dedica cercando di trarne un vantaggio per la sua città. Soleva dire che era meglio occuparsi delle piccole cose del quartiere per migliorare la vita quotidiana della gente che pensare alle grandi opere e alla carriera perché a queste attività ambiva già molta gente. Viene eletto per due mandati consigliere della III Circoscrizione Bassa Val Bisagno e guida varie commissioni, tra cui quella sul Decentramento e Affari Istituzionali. E’ infine nominato Presidente dei Garanti dei Democratici di Sinistra della Federazione di Genova. Nella sua vita politica non entra mai a compromessi preferendo mettersi da parte che creare dissidi.

Inoltre si impegna concretamente nelle attività parrocchiali ed è eletto Presidente della San Vincenzo prodigandosi nei confronti di famiglie in difficoltà. E’ inoltre membro del Consiglio Affari Economici della sua Parrocchia. Collabora attivamente con diverse testate locali scrivendo articoli di varia natura. Muore all’età di settant’anni in seguito a una malattia incurabile.




Un sistema informativo territoriale per la valorizzazione e conservazione del tessuto storico ligure

Questa pubblicazione presenta i risultati della ricerca che, partendo dalla tesi di dottorato, ha portato alla realizzazione di un Sistema Informativo Territoriale per la conoscenza e la gestione di una porzione di territorio Ligure utile alla sua gestione, sia dei beni architettonici che paesaggistici.

L’approccio metodologico qui proposto può offrire strumenti in grado di sostenere un nuovo modo di rapportarsi col territorio nell’ottica della sostenibilità e dello sviluppo.

MICHELA SCAGLIONE, architetto, è professor e a contratto presso il Dipartimento Architettura e Design della Scuola Politecnica dell’Università degli Studi di Genova.




FINALBORGO – Tourist Guide
English

This guidebook is a precious tool, that gives you the chance to visit Finalborgo with ease, following a numbered map. The text recounts the history of this fantastic medieval Ligurian town, lingering over the streets, palazzi and details that would otherwise go unabserved. The numbering of the maps correspond to the same number of photos that complete the text making it more enjoyable to read.

MARCO “THOMAS” TOMASSINI (1971) was born in Italy, in the city of Genoa. He started climbing and making trips to the Finale area in the 1980s, where he later moved. His love of the mountains and rock brought him first to pot holing and then climbing. Within a short time he also started bolting climbing routes particularly in the Finale area. In 2007 he published, with the editors Le Mani Edizioni, his first guidebook to Finale entitled “Finale by Thomas”, a sort of professional CV of his climbing routes. And now it is the turn of his tenth book to be published, a guidebook that describes in detail the walled medieval town, or “borgo”, of Finale Ligure.




FINALBORGO – Reiseführer
Deutsch

Mit dem vorliegenden Führer lassen sich Finalborgo einfach mit Hilfe der nummerieten Karte entdecken. Die Texte erzählen von der spannenden Geschichte dieses schöne  ligurischen Orte, verweit auf Wegen, an Palazzi und an vielen interessanten Details, die dem Betrachter sonst verschlossen bleiben würden. Die nummerierung auf der Karte entspricht den Fotos, die die Texte wunderschön begleiten.

MARCO “THOMAS” TOMASSINI (1971) ist in der italienischen Stadt Genua geboren. In den achtziger Jahren beginnt er mit dem Klettersport und kommt dadurch immer öfter nach Finale, wohin er schließlich seinen Wohnort verlegt.Die Leidenschaft für die Berge und die Felsen führen ihn zunächst zur Höhlenforschung und später zum Klettern. Bald beginnt er Kletterrouten auszustatten und begeistert sich dabei besonders für das Gebiet in und um Finale.2007 veröffentlicht er im Verlag Le Mani Edizioni seinen ersten Kletterführer “Finale by Thomas”, eine Art “beruflicher” Lebenslauf seiner Kletterwege.Und nun ist es an der Zeit für seine zehnte Veröffentlichung, einen Reiseführer, der sich ausführlich mit dem Borgo von Finale Ligure beschäftigt.




FINALBORGO – Guide touristique
Français

Ce guide est un instrument précieux qui vous permettra de visiter Finalborgo de manière simple, en suivant un carte numérotée. Les textes racontent l’histoire de ce splendide bourg de Ligurie, en s’arrêtant sur les rues, immeubles et particularités qui pourraient passer inaperçus. La numération des cartes correspond à des photographies qui complètent les textes rendant ainsi la lecture plus agréable.

MARCO “THOMAS” TOMASSINI (1971) naît en Italie, dans la ville de Gênes. Il commence à grimper et à fréquenter les Finalese dans les années quatre-vingts, puis s’y établit définitivement. La passion pour la montagne et la roche le font tout d’abord approcher la spéléologie et ensuite la grimpe. Il commence aussi à équiper des voies d’escalade spécialement dans la zone de Finale. En 2007 il publie, avec la maison d’édition Le Mani edizioni, son premier topo “Finale by Thomas”, une sorte de curriculum “professionnel” de ses voies d’escalade. Il travaille désormais sur sa dixième publication, un guide touristique qui traite en détail du village de Finale Ligure.




FINALBORGO – Guida Turistica
italiano

Questa guida è un prezioso strumento che vi permetterà di visitare Finalborgo in maniera semplice, seguendo una mappa numerata. I testi raccontano la storia di questo splendido borgo, soffermandosi su vie, palazzi e particolari che altrimenti potrebbero passare inosservati. La numerazione delle mappe corrisponde ad altrettante fotografie che completano i testi rendendone la lettura più piacevole.

MARCO “THOMAS” TOMASSINI (1971) nasce in Italia, nella città di Genova. Inizia ad arrampicare ed a frequentare il Finalese negli anni ottanta, dove poi si trasferisce definitivamente. La passione per la montagna e la roccia lo fanno avvicinare dapprima alla speleologia ed in seguito all’arrampicata. In breve inizia anche ad attrezzare itinerari di arrampicata specialmente nella zona del Finalese. Nel 2007 pubblica, con la casa editrice Le Mani edizioni, la sua prima guida “Finale by Thomas, una sorta di curriculum “professionale” delle sue vie di arrampicata. E’ ora la volta della sua decima pubblicazione, una guida turistica che tratta nel dettaglio il borgo di Finale Ligure.




CABIRIA 193
Studi di cinema

Così per scherzo, con questa locuzione dantesca, mi capitava di appellare Virgilio Fantuzzi, da poco venuto a mancare, in virtù del suo nome illustre (era nato anche lui a Mantova) e del ruolo di guida che ha avuto per me come amico e come critico. Gesuita, critico cinematografico de «La Civiltà Cattolica», ma firma prestigiosa anche per altre testate, questa compresa, Fantuzzi ha esercitato fino all’ultimo il suo ministero presbiterale attraverso un servizio all’arte, alla verità, alla bellezza e al rispetto dell’uomo. Ho conosciuto personalmente Virgilio nel 1993. Prima leggevo e ammiravo i suoi scritti, ma poi ebbi modo di frequentarlo e di entra- re sempre più in confidenza con lui. Parlavamo tanto, anche per telefono; io lo ascoltavo e imparavo, ma anche lui voleva conoscere il mio pensiero, le mie analisi, le mie argomentazioni. Che a volte dissentivano dalle sue, e allora cominciavano discussioni che dura- vano serate intere e continuavano il giorno appresso. Mi rimprove- rava l’eccessiva puntigliosità: «Se io spacco il capello in quattro, tu lo fai in otto, sedici, trentadue pezzi…»; ma sapeva anche di poter contare su di me per qualche ricerca aggiuntiva, qualche dato sfug- gente, qualche verifica dell’ultimo momento. Ho ricevuto da lui la spinta per lanciarmi nel lavoro critico con più scioltezza, senza restare vincolato dallo scrupolo del filologo e dello storico, facendo valere anche le intuizioni personali, mai peregrine, bensì frutto di una rielaborazione che poggia su solide basi metodologiche. Con gli anni ho avuto il privilegio di fornirgli qualche spunto, di esse- re consultato per un parere, di scrivere con lui a quattro mani. Tutto questo ora mi manca, ma mi manca di più il suo affetto, l’apprezza- mento quando cucinavo per lui (era negato per queste cose) o il suo interessamento al mio lavoro di docente di scuola media (anche lui era stato educatore e insegnante). Fino alle ultime telefonate che ho potuto fargli, quando era ormai consapevole della prossima dipartita, non mancava mai di chiedermi cosa facessero i “miei ragazzi”, e c’era nella sua voce un calore che superava qualsiasi entusiasmo per un bel film. A testimonianza del suo apostolato nel cinema trovate nelle pagine che seguono anche due testi inediti: sono regali postumi che Virgilio ci fa, di cui, commosso, lo ringrazio a nome di tutti i cinefili.




CABIRIA 192
Studi di cinema

…e gentil core nel cui cospetto ven lo dir presente, in ciò che mi rescrivan suo parvente, salute in lor segnor, cioè Amore.

Così Dante esordiva nella Vita Nova facendo appello a coloro che, come lui, eran seguaci d’Amore perché rispondessero aiutandolo a interpretare un sogno un po’ inquietante che aveva fatto riguardo a Beatrice. Qualcosa di simile ha fatto Alberto Anile, fra i massimi esperti di Welles, scrivendo agli altri studiosi sparsi nel mondo per avere un loro parere-commento-studio in merito al film finalmente riemerso dalle celle frigorifere delle cineteche: The Other Side of the Wind. Erano in tanti ad aspettarlo e finalmente un anno fa, alla Mostra di Venezia, l’evento si è realizzato. Anche se con l’aiuto di Netflix, una società di streaming che, secondo alcuni, sta ricattan- do e addomesticando definitivamente il cinema. O forse no. Sono questioni che emergono dalle risposte di molti wellesiani che hanno aderito all’invito di Anile e che troverete nelle pagine che seguono. Dove pure ci si interroga su quanto l’onnipresente e onnipotente tecnologia digitale odierna si possa sposare a un cinema rigorosa- mente e necessariamente fatto di pellicole, emulsioni, formati e grana qual era quello di un tempo. Ma soprattutto ci sono le mille sfaccettature di un film che, se anche non è stato licenziato perso- nalmente dal grande Orson, è pur sempre frutto della sua creatività espansa, capace di portare avanti progetti negli anni e nei luoghi della sua vita raminga. Ogni volta un tassello, una pennellata, un verso aggiunto, finché è arrivata, anche per lui, pur bigger than life, la parola fine. Adesso il film – o almeno: un film – c’è e su «Cabiria» viene analizzato, strapazzato, ammirato e criticato.

Inoltre trovate un paio di novelle cinematografiche sottratte all’oblio e le riflessioni su due documentari recenti che possono essere accostati in un rapporto sociologico e antropologico di causa-effet- to: la fine del mondo arcaico amato da Pasolini in Notarangelo. Ladro di anime e la fine del mondo attuale in Normal. Per questioni di spazio, rimandiamo al prossimo numero la terza parte dello stu- dio dei soggetti inediti di Marcello Marchesi e la consueta rubrica “Groovy Movies”.




CABIRIA 190 – 191
Studi di cinema

Era intorno al ferragosto dello scorso anno quando ricevetti una telefonata dall’amico Adriano che, con la sua voce dal tono tra il cavernoso e lo stentoreo, mi diceva che sarebbe andato qualche giorno in Danimarca con la famiglia per un «pellegrinaggio dreyeriano». Io ero appena tornato dalla georgia, terra di Iosseliani, Paradzanov e Abuladze, ma di fronte all’importanza di Dreyer non potevo che inchi- narmi. «Vorrei scrivere qualche impressione sul grande maestro, ho un po’ di cose che mi ronzano in testa. Se vuoi poi ti mando il testo per pubblicarlo». «Ottimo, tanto più che su Dreyer non abbiamo mai scritto nulla su “Cabiria”: su “Ciemme”  sì…». «Si pronuncia drayer», mi inter- rompe un po’ brusco, il che mi fa capire che il suo livello di immersio- ne nell’universo dell’autore di Ordet è piuttosto avanzato. Il 26 agosto mi arriva il pezzo, intitolato Piccolo viaggio sentimentale in compagnia di Dreyer. È davvero piccolo (meno di 6000 battute, due paginette – tre se ci mettiamo delle immagini): speravo di più, ma comunque è un testo che si presta per un omaggio a cinquant’anni dalla morte del regista. Subito dopo un’altra mail mi avverte di lascia- re perdere il file «perché voglio aggiungere qualche cosa. Intanto per- ché non provi a fare ricerche sul coinvolgimento di Dreyer in un film ita- liano degli anni Trenta, girato in Somalia, sponsorizzato dalla “Stampa” di Torino? Non se ne è occupato nessuno». Da quel momento è comin- ciato il viaggio in un pozzo senza fondo. Io, costretto in casa per una convalescenza, ho cominciato col rintrac- ciare on line articoli, foto, spartiti, notizie varie su un fantomatico film intitolato Mudundu; lui – da ciò che mi raccontava sua moglie – chiu- so nel suo studio e immerso in fotocopie, libri, riviste, DVD e qualunque altro documento utile a esplorare zone dimenticate o totalmente vergini dell’attività di Dreyer: lo stato delle copie, gli scritti editi e inediti, la cronologia, la filologia, l’avventura africana… Poi la scoperta del rappor- to con l’Universalia, la sceneggiatura integrale per il film su gesù, i testi mai tradotti di/su Dreyer, il suo rapporto con Kierkegaard Il nostro scambio di mail da allora è diventato quotidiano, forsennato, a tutte le ore del giorno (e della notte). Un primo frutto di tutti questi mesi di ricerca e studio lo vedete nelle pagine che seguono, ma è solo una piccola parte di ciò che verrà in futuro pubblicato su un e-book dal titolo Variazioni su Dreyer. Lì troverete di tutto (e anche di più) Per ora godetevi pure Disney, Marchesi, Zavattini, di nuovo Antonioni, Bazin, Mieli.




Bertino e la ricchezza

Il libro “Bertino e la Ricchezza”, nato da felici intuizioni dell’autore che attraverso l’esplicitazione della sua idea di realizzare una favola da dedicare al figlio (e a tutti i bambini del mondo) è riuscito a concretizzarla con attente e puntuali valutazioni morali, può essere considerato come una “moderna favola per adulti”. L’idea di rendere protagonisti insieme a Bertino senza padre, madre e patria, abbandonato ed allevato magicamente dai folletti della foresta (sempre la natura è…alma mater), numerosi animali, può essere considerata, inizialmente un tentativo di imitazione nella più classica tradizione (da Fedro in poi). Ad una più approfondita considerazione però risulta evidente che l'”umanizzazione” degli animali risponde non solo ad esigenze di linguaggio favolistico ma anche a calibrate opportunità di attribuire loro considerazioni morali che rappresentano il “vero” fine dell’autore. In effetti, chi non potrebbe riconoscersi nei comportamenti della volpe, della cinciallegra o del lupo?! La soluzione dei problemi attraverso la rappresentazione della pazienza della tartaruga poi deve essere considerata come valutazione di profonda riflessione per tutti. Anche l’indescrivibile sconcerto di Bertino di fronte ad ostacoli improvvisi o difficoltà, a prima vista insormontabili, ci inducono a confrontare con le nostre esperienze personali e ci offrono occasioni di riflessione per cui, poi, si deve ricorrere all’aiuto di gruppi socialmente rilevanti. L’organizzazione, impeccabile nella teoria, non sempre trova uguale riscontro nella pratica … (i castori per decidere devono concedere permessi dopo “attente discussioni, valutazioni” ed interventi di autorevoli personaggi e personalità di spicco nell’ambito del gruppo che devono riuscire anche a convincere le masse). Per ottenere lo scopo prefissato, inoltre, non si deve esitare a promettere il “decimo” ai vari animali da fatica o da relazione… Ma chi poi non vorrebbe somigliare, a “felicità raggiunta”, un po’più alla volpe per liquidare i debitori non solo non riconoscendo i propri debiti morali e materiali ma cercare anche di convincerli della necessità di accontentarsi o di… temere (se si è più importanti può toccare ad altri di avere delle necessità o di dover avanzare richieste di favori). Le esperienze di vita dell’autore traspaiono anche dall’importanza data allo sviluppo del racconto soprattutto nell’uso, volutamente ricercato, di discorso diretto ed indiretto e dei tempi dei verbi mirati a sottolineare sue valutazioni morali che tuttavia, non danno adito a ricadute in facile o equivoco moralismo e secondo riferimenti e tradizioni culturali proprie. L’idea di fondo della struttura della favola è comunque intesa a sottolineare che, in ultima analisi, la vera ricchezza deve essere considerata la vera libertà, quella per cui devono motivarsi le azioni degli uomini nel rispetto della natura e degli altri esseri viventi, cose queste che si possono conquistare solo con significative esperienze personali affrontate con serenità e positività di atteggiamento.




Il Tempo del Melograno

…..“Quante Donne ho incontrato in questo percorso di malattia, parte di un’umanità sapiente ed oltraggiata, donne inermi e spaventate, umiliate ed offese, infuriate e ricettive, piene di paura, ma anche di speranza. Il dolore suscita bellezza e forza, agisce come recupero di energie sopite ed inespresse, palesa stati d’animo, mai prima ravvisati. Porto con me nel cuore tutti i loro sguardi, tutte le loro parole, il loro sorriso incerto, il loro smarrimento, che è anche il mio; forse la mia vita ha uno scopo alternativo, forse il percorso tracciato dal destino per me, è diverso da quello che io immaginavo.”

PAOLA VOLPI, nasce a Finale Ligure (Sv), ma dal 1983 vive a Recco (Ge). Dopo aver vinto il concorso magistrale, si dedica con passione al mondo dell’Insegnamento; nel frattempo, consegue la laurea in Materie Letterarie, presso la Facoltà di Magistero di Genova. Amante da sempre dell’arte e della poesia, concretizza questa sua attitudine, con la partecipazione ad importanti Premi Letterari, in veste di giurata. Nell’anno 2009, una pesante esperienza di malattia la costringe a rivalutare la propria inclinazione alla Vita ed alla speranza; pubblica Il tempo del melograno, che costituisce una testimonianza autobiografica del percorso delle Donne che si trovano in una situazione di malattia oncologica. Il libro ha ottenuto importanti riconoscimenti letterari, così come anche l’attività poetica, successiva. L’autrice attualmente opera come volontaria, presso la breast unit di Senologia dell’Ospedale San Martino di Genova.

 




Landa d’autunno
Strade solitarie tra Erro e Bormida

Un mare di colline mi attrae tra le sue onde verdi che sbattono su rocce purpuree e calanchi vetrosi. Come gabbiani bianchissimi, minuscole chiese si appoggiano sulle alture, visibili da lontano e segnano uno dei tanti orizzonti di una landa solitaria bagnata da fiumi e torrenti in discesa verso la pianura. Per questo mondo di mezzo, dove l’Appennino abbozza le sue prime forme, non ho un nome. O meglio, ne ho tanti, Bormida di Millesimo, Bormida di Spigno, Alto Monferrato, Alta Langa, valle dell’Erro… C’è sempre stato? Anche gli scorsi anni? Non ne sono così sicura, perché me ne sono accorta solo da poco, affacciandomi oltre il bordo della provincia di Savona, nella quale vivo. Mi ha stupito, calmato, sedotto e rigenerato. Si è materializzato, come d’incanto si è disegnato sull’atlante che tengo sempre in auto. Eccolo, compreso tra le ultime Bormide e i prati lunghi della Badia di Tiglieto. Il Beigua e le sue balze boscose lo separano dal mare. Quante stradine, spesso bianche, sterrate… A parte due provinciali importanti, è una ragnatela di percorsi minori. I paesi, quelli scritti in grassetto, sono Monesiglio, Cortemilia, Bistagno, Sassello, Spigno, per il resto mi sembrano posti così piccoli che un nome non ci sta. Dal vertice di questo triangolo, Acqui Terme emana vapori bollenti e sulfurei.

LORENZA RUSSO da anni scrive di cultura alpina, di escursionismo e di ambiente in libri, favole e articoli (per “Alp”, “Lo Scarpone”, “L’Alpe”). Dopo aver dedicato molto tempo alle Dolomiti, si è spostata nel Ponente Ligure e ha scritto una guida gastronomica del Finalese (Dove nel Finalese. Il meglio di osterie, locande, agriturismo e prodotti tipici, Torino, Cda&Vivalda, 2003), territorio a cui è particolarmente legata. Dal rapporto con i “monti pallidi” sono nate una tesi di laurea in glottologia, poi trasformata in una guida escursionistico-toponomastica dal titolo Pallidi Nomi di Monti.Camminare nel territorio delle Regole d’Ampezzo tra Linguistica, Natura e Storia (esaurito) e il libretto di favole Bestiario d’Ajal, edito dal Comune di Cortina d’Ampezzo e illustrato da Lorenza. Le storie, ambientate nei boschi di Cortina d’Ampezzo, hanno il testo a fronte in dialetto ampezzano, infatti il Bestiario è stato pensato per gli allievi della Scuola elementare di Cortina che spesso non conoscono la natura della valle in cui abitano. La grande passione per la montagna ha portato Lorenza a scrivere due manuali per la casa editrice Hoepli, Camminare in montagna (2008) e Camminare nei boschi (2012). Nel 2008 Lorenza ha scritto la favola naturalistica La grande giornata di Loazzolo per la neonata oasi WWF del Forteto della Luja, a Loazzolo nelle Langhe. Per il nuovo Melangolo sono usciti due libri dedicati al Finalese: Autobiografia finalese – Guida sentimentale ai luoghi del Finalese e alla loro vita (2013 seconda edizione) e Cantastorie – Brevi ritratti di luoghi dimenticati nel Finalese (2014) e Milanomare, viaggia alternativi tra Milano e la Liguria (2015). Per Il Geko edizioni è uscito Mi porti in Val Bormida (2017)

 




CABIRIA 189

M.A.: con le sole iniziali puntate ha siglato spesso i suoi articoli e ha firmato i suoi quadri Michelangelo Antonioni. Viene in mente N.U., uno dei suoi primi documentari dedicato alla nettezza urbana. Documentari sobri, scarni così come lo erano i modi di questo autore che ha cambiato il modo di fare cinema, di concepire l’inquadratura, il montaggio, il dialogo. Sono stati scritti centinaia di libri su M.A. e difficilmente si potrebbe aggiungere qualcosa di nuovo. Tutt’al più qualcosa di sconosciuto, dimenticato, rimosso: andando a scavare in archivi e biblioteche ci siamo imbattuti in abbinamenti insoliti: M.A. e Sergio Amidei; M.A. e Walt Disney; M.A. e Kon Ichikawa; M.A. e René Clair; M.A. e Jean Renoir; M.A. e Anna Magnani; M.A. e Mario Corso; M.A. e Sonja Henie; M.A. e San Francesco… Non potevamo lasciarci scappare l’opportunità, così abbiamo raccolto il materiale e ora ve lo proponiamo in questo Laboratorio, sperando di contribuire ad arricchire una bibliografia già cospicua. A completare il fascicolo, trovate tre Analisi dedicate ad altrettante pagine di storia del cinema e sul cinema: un film di culto, un autore di soggetti, un maestro di vita. Massimo Tria, partendo dal restauro presentato lo scorso anno alla Mostra di Venezia, ci parla di Va’ e vedi, lo straziante ritratto di un periodo storico infernale realizzato nel 1985 da Ėlem Klimov, un film che dovremmo sempre tener presente come paradigma dell’orrore per eccellenza: la guerra. Rinaldo Vignati ha realizzato un monumentale studio dei soggetti per il cinema di Marcello Marchesi non realizzati: vi troviamo davvero di tutto, segno dell’ecletticità di un autore più citato che conosciuto veramente. Pubblichiamo intanto la prima parte. Infine Federico Ruozzi, curatore dell’opera omnia di don Lorenzo Milani da poco uscita nei Meridiani, ci offre un ritratto del priore di Barbiana a partire da un ambito poco studiato: il suo interesse per il cinema come strumento per l’educazione.

 




VIA FERRATA DEGLI ARTISTI
Deutsch

Die 32-seitige Broschüre beschreibt die Via Ferrata Degli Artisti, die sich in der Gemeinde Magliolo, in der Provinz Savona, Italien, befindet. Neben der Entstehungsgeschichte der Via Ferrata beinhaltet sie eine Übersichtstabelle der verschiedenen Begehungszeiten sowie zwei Karten. Außerdem enthält sie eine Anfahrtsbeschreibung von der nächstgelegen Autobahnausfahrt (Finale Ligure, Provinz Savona) und Fotos jeder Straßengabelung mit den jeweiligen Kilometerangaben (auf diese Weise kommt man auch ohne Navigationssystem aus). Danach folgt die Beschreibung der Zustiegs- und der Abstiegspfade der Via Ferrata sowie aller verschiedenen Abschnitte des Aufstiegs der Via Ferrata selbst. Auch diese werden anhand von Fotos und sehr genauen Beschreibungen der gesamten Strecke begleitet und führen schließlich zum Parkplatz am Ausgangspunkt zurück.

Die Broschüre ist auf Italienisch, Englisch, Französisch und Deutsch erhältlich.

MARCO “THOMAS” TOMASSINI (1971) ist in der italienischen Stadt Genua geboren. In den achtziger Jahren beginnt er mit dem Klettersport und kommt dadurch immer öfter nach Finale, wohin er schließlich seinen Wohnort verlegt. Die Leidenschaft für die Berge und die Felsen führen ihn zunächst zur Höhlenforschung und später zum Klettern. Bald beginnt er Kletterrouten auszustatten und begeistert sich dabei besonders für das Gebiet in und um Finale. Zwischen 1993 und 1996 wird er Ausbilder bei der S.S.I. (ital. Verband für Speläologie) und im Sportklettern des U.I.S.P. (ital. Sportverband) sowie des C.A.I. (ital. Alpenverein). Finale und seine Felswände werden zu seinem bevorzugten Gebiet zum Klettern und Erschließen neuer Routen. Im Laufe von ca. sechsundzwanzig Jahren stattet er hier, alleine oder zusammen mit Freunden, weitere über 600 Routen aus. 2007 veröffentlicht er im Verlag Le Mani Edizioni seinen ersten Kletterführer “Finale by Thomas”, eine Art “beruflicher” Lebenslauf seiner Kletterwege. Im Jahre 2010 erscheint im selben Verlag sein zweiter Führer, “Finale… non solo mare”, in dem Einrichtungen jenseits der gängigen Hotels und Herbergen beschrieben werden. Nach akkurater Kartierungs- und Vermessungsarbeit der Klettergärten im Gebiet von Finale, erscheint 2011 im Verlag Versante Sud der Sportkletterführer “Finale Climbing”. 2013 erscheint erneut im Verlag Versante Sud mit “Zu Fuß durch Finale” sein vierter Führer, der aus einer neuen Leidenschaft geboren wurde. Der Suche und Entdeckung von Trekkingtouren in und um Finale. Im Jahre 2016 wechselt er das Genre und veröffentlicht mit dem “Reiseführer 4 Dörfer” eine akribisch genaue Beschreibung von vier Orten mit der Auszeichnung als eine der„ schönsten Dörfer Italiens“. Im gleichen Jahr erscheint sein erster Roman “Il segreto della principessa Val”, ein reiner Science-Fiction-Roman mit Zeitsprüngen in die Vergangenheit und Begegnungen mit historischen Personen wie Freud, Gaudì und Tesla. Nach dem großen Erfolg von “Finale Climbing”, erscheint 2017 die neue Ausgabe dieses Kletterführers. Eine völlig überarbeitete und aktualisierte Ausgabe, die auf 808 Seiten alle Kletterrouten im Gebiet von Finale beschreibt… die erste Auflage war innerhalb von wenigen Monaten ausverkauft! In seinen neuen Buc “Picknicken in Ligurien“ beschreibt er Picknickplätze, Wiesen, Seen, Teiche und historische Dörfer in Westligurien und bietet damit eine echte Alternative zum Meer und Strand besonders für Familien mit Kindern. Gleichzeitig hat er noch drei andere Projekte ganz unterschiedlichen Genres in Arbeit, die alle nach diesem Buch aufeinander folgend erscheinen werden. www.finalebythomas.com




VIA FERRATA DEGLI ARTISTI
English

A 32 page brochure that describes the Ferrata degli Artisti route, situated just outside Magliolo (Savona, Italy). Inside you will find a short description of its history. On the following pages there are a series of tables giving the times it takes to do the various sections and two maps. Then there is  a section explaining how to get there by car, starting from the closest motorway exit (Finale Ligure) including photos of every junction and the distances between them (so you don’t even need a sat nav). Continuing, there is a description of the approach and descent paths and of all the various sections that make up the actual “via ferrata”. Here also there are photos and detailed explanations of the whole itinerary, all the way back to the car.

The brochure is available in Italian, English, French and German.

MARCO “THOMAS” TOMASSINI (1971) was born in Italy, in the city of Genoa. He started climbing and making trips to the Finale area in the 1980s, where he later moved. His love of the mountains and rock brought him first to pot holing and then climbing. Within a short time he also started bolting climbing routes particularly in the Finale area. Between 1993 and 1996 he became a potholing instructor with the Società Speleologica Italiana and then a sports climbing instructor with the Unione Italiana Sport per Tutti and also a support instructor with the Club Alpino Italiano. Finale and its many crags became his area of choice for climbing and bolting. Here, in the last twenty-six years, he has equipped, by himself and together with others, more than 600 routes. In 2007 he published, with the editors Le Mani Edizioni, his first guidebook to Finale entitled “Finale by Thomas”, a sort of professional CV of his climbing routes. In 2010 his second guidebook was published, “Finale… non solo mare”, published by the same editor, that described the many non-hotel forms of accommodation available in the area. In 2011, after a precise and obsessive mapping and surveying of the crags around Finale, the sport climbing guidebook “Finale Climbing” came out, published by the editors Versante Sud. In 2013 his fourth guidebook “Sentieri di Finale” came out, arising from his new passion: the search for and discovery of trekking trails in the Finale area, again published by he editors Versante Sud. In 2016 he wrote a completely different type of book with “The Guide to the 4 Towns” that meticulously describes four of the most beautiful towns in Italy. In the same year his first novel came out: “Il segreto della principessa Val”, a science fiction book which jumps back in time to rediscover historical characters such as Freud, Gaudí e Tesla. In 2017, after the huge success of “Finale Climbing”, a new edition of this climbing guidebook was published; a revised and updated version that, in its 808 pages, describes all the climbing routes in the Finale area… the first print run was sold out in a few months. This is his new guidebook, Liguria Picnic, where he describes picnic areas, meadows, lakes, pools and old medieval towns in Western Liguria, some interesting alternatives to the beach for families with children. In the meantime he has other projects in the pipeline, of a completely different genre, that will follow on the heels of this guidebook. www.finalebythomas.com




VIA FERRATA DEGLI ARTISTI
Français

Brochure de 32 pages décrivant la Via ferrata degli artisti, située dans la municipalité de Magliolo (Savone, Italie). À l’intérieur, vous trouverez une mention historique de sa réalisation. Dans les pages suivantes, vous trouverez une série de tableaux avec les différentes durées de trajet et deux cartes. Ensuite, vous rencontrerez l’accès en voiture, décrit à partir de la sortie d’autoroute la plus proche (Finale Ligure, SV), complété par les photos de chaque intersection avec les différents kilomètrages (de cette manière, vous pourrez vous passer du navigateur satellite). Vous trouverez ensuite la description du chemin d’accès et du chemin de descente menant à la Via ferrata ainsi que toutes les différentes parties de montée qui composent la Via ferrata elle-même. Dans ce cas aussi, des photos et des descriptions très méticuleuses illustreront tout le trajet et vous ramèneront au parking de départ.

La brochure est disponible en italien, anglais, français et allemand.

MARCO “THOMAS” TOMASSINI (1971) naît en Italie, dans la ville de Gênes. Il commence à grimpeur et à fréquenter la région de Finale dans les années quatre-vingts, puis s’y établit définitivement. La passion pour la montagne et la roche le font tout d’abord approcher la spéléologie et ensuite la grimpe. Il commence aussi à équiper des voies d’escalade spécialement dans la zone de Finale. Entre 1993 et 1996 il devient instructeur de la S.S.I. (Société Spéléologique Italienne) puis instructeur de grimpe sportive dans l’U.I.S.P. (Union Italienne de Sport pour tous) et aide instructeur pour le C.A.I. (Club Alpin Italien). Finale et ses roches deviennent le lieu d’escalade et l’équipement qu’il préfère. Ici, en vingt-six ans environ, il équipe seul ou accompagné, plus de 600 itinéraires. En 2007 il publie, avec la maison d’édition Le Mani edizioni, son premier topo “Finale by Thomas”, une sorte de curriculum “professionnel” de ses voies d’escalade. Son deuxième guide sur Finale paraît en 2010, “Finale… non solo mare”, édité par la même maison d’édition, qui décrit les structures extra-hôtelières de la zone. En 2011, après un travail attentif et méticuleux de cartographie des reliefs des falaises de Finale, “Finale Climbing”, le topo d’escalade sportive édité par la maison d’édition Versante sud voit le jour. En 2013 paraît Sentieri di Finale, son quatrième guide, né d’une nouvelle passion; la recherche et la découverte de parcours et trekking à Finale, encore édité par Versante sud. En 2016 il change complètement de genre et sort le “Guide des 4 bourgs” qui décrit méticuleusement quatre des plus beaux bourgs d’Italie. La même année, il publie son premier roman “Le secret de la princesse Val”, pure science-fiction avec des sauts temporels dans le passé pour redécouvrir des personnages historiques comme Freud, Gaudí et Tesla. En 2017, après le grand succès de “Finale Climbing”, la nouvelle édition de ce guide d’escalade est publiée; un volume mis à jour et complet qui décrit dans ses 808 pages toutes les voies d’escalade présentes sur le territoire de Finale … la première édition s’est entièrement vendue en quelques mois! Liguria Picnic, son nouveau guide où il décrit les zones de pique-nique, les prairies, les étangs, les lacs et les villages historiques de la Ligurie ouest, est une alternative originale à la mer, pour les familles avec enfants. En attendant, il a en réserve trois autres projets, d’un genre complètement différent, qui sortiront après ce guide. www.finalebythomas.com




VIA FERRATA DEGLI ARTISTI
Italiano

Una brochure a 32 pagine che descrive la Via ferrata degli artisti, ubicata nel Comune di Magliolo (Savona-ITALY). All’interno di essa troverete un accenno storico della sua realizzazione. Nelle pagine seguenti si troveranno una serie di tabelle con i vari tempi di percorrenza e due cartine. Poi ancora incontrerete l’accesso in auto, descritto partendo dal casello autostradale più vicino (Finale Ligure, SV) e completo delle foto di ogni bivio stradale con i vari chilometraggi (in questo modo potrete fare anche a meno del navigatore satellitare). Proseguendo, si troverà la descrizione del sentiero di accesso e di discesa alla Via ferrata e tutti i vari tratti di salita che compongono la Via ferrata stessa. Anche in questo caso foto e descrizioni molto meticolose illustreranno tutto il percorso riportandovi così al parcheggio di partenza.

La brochure è disponibile in lingua italiana, inglese, francese e tedesca.

MARCO “THOMAS” TOMASSINI (1971) nasce in Italia, nella città di Genova. Inizia ad arrampicare ed a frequentare il Finalese negli anni ottanta, dove poi si trasferisce definitivamente. La passione per la montagna e la roccia lo fanno avvicinare dapprima alla speleologia ed in seguito all’arrampicata. In breve inizia anche ad attrezzare itinerari di arrampicata specialmente nella zona del Finalese. Fra il 1993 ed il 1996 diventa istruttore della S.S.I. (Società Speleologica Italiana) e poi istruttore di arrampicata sportiva nell’U.I.S.P. (Unione Italiana Sport per Tutti) ed aiuto istruttore nel C.A.I. (Club Alpino Italiano). Finale e le sue rocce diventano lo scenario di arrampicata e chiodatura che predilige. Qui, nel corso di circa 28 anni, attrezza da solo o insieme ad altri, più di 600 itinerari. Nel 2007 pubblica, con la casa editrice Le Mani edizioni, la sua prima guida “Finale by Thomas“, una sorta di curriculum “professionale” delle sue vie di arrampicata. Nel 2010 esce la sua seconda guida sul Finalese, “Finale… non solo mare”, edita dalla stessa casa editrice, che descrive le strutture extra-alberghiere del comprensorio. Nel 2011 esce, dopo un attento e maniacale lavoro di mappatura e rilievo delle falesie del Finalese, “Finale Climbing”, la guida di arrampicata sportiva edita dalla casa editrice Versante sud. Nel 2013 esce “Sentieri di Finale”, la sua quarta guida nata da una nuova passione; la ricerca e la scoperta di percorsi e trekking nel Finalese, edita sempre dalla casa editrice Versante sud. Nel 2016 cambia completamente genere ed esce con la “Guida dei 4 borghi” che descrive meticolosamente quattro dei borghi più belli d’Italia. Nello stesso anno esce il suo primo romanzo “Il segreto della principessa Val”, pura fantascienza con salti temporali nel passato per riscoprire personaggi storici come Freud, Gaudí e Tesla. Nel 2017, dopo il grande successo di “Finale Climbing”, esce la nuova edizione di questa guida di arrampicata; un volume aggiornato e completo che descrive nelle sue 808 pagine tutte le vie di arrampicata presenti nel territorio del Finalese… la prima tiratura viene completamente venduta in pochi mesi! Esce adesso Liguria picnic, la sua nuova guida con la quale descrive aree picnic, prati, laghi, laghetti e borghi storici della Liguria di Ponente, un’originale alternativa al mare pensata per famiglie con bambini. Nel frattempo ha in serbo altri tre progetti, di genere completamente differente, che usciranno a ruota dopo questa guida. www.finalebythomas.com