CABIRIA 203-204 <br/>Studi di cinema

CABIRIA 203-204
Studi di cinema

16,00

CABIRIA 203-204
Studi di cinema

Formato 16,5x24
Pagine 200 (inserto colori)
ISBN 978-88-3124-474-9

Ritorno ad Assisi Ogni volta che torniamo ad Assisi è un’occasione per scoprire novità dimenticate: nell’Archivio della Pro Civitate Christiana, tra le carte impolverate, abbiamo trovato altre preziose testimonianze, come gli interventi che Pier Paolo Pasolini ha tenuto nei vari convegni che là si tenevano regolarmente negli anni Sessanta e che radunavano cineasti, scrittori e intellettuali di ogni provenienza e tendenza. E quindi, non solo per far conoscere due testi inediti del poeta-regista, ma anche per fare un po’ di chiarezza sulle date, sui titoli e sui partecipanti, con Giovanni Ricci abbiamo deciso di realizzare questo nuovo Laboratorio su un argomento già affrontato in «Cabiria» 199-200. Ricci, da esperto dell’opera di Pasolini qual è, con spirito da ricercatore e scrupolo da filologo, ha saputo collocare quei due discorsi nel contesto in cui sono stati pronunciati, ma anche più in generale nei multiformi temi dell’autore, ipotizzando anche un possibile rimando alle frequentazioni assisane tra le pieghe delle novelle boccaccesche del film Decameròn. Un altro episodio dimenticato dell’attività di Pasolini come sceneggiatore lo racconta Alberto Anile: riguarda un film hollywoodiano girato in Italia, in Friuli, terra di elezione per il poeta di Casarsa. Ma le riscoperte non finiscono qui: Adriano Aprà presenta e traduce un saggio del critico Michel Mourlet che a distanza di più di sessant’anni non ha perduto una virgola della sua carica provocatoria; Rinaldo Vignati torna a esplorare i rapporti tra Montanelli e il cinema, rivelandoci contatti insospettati con personaggi del calibro di Walt Disney e Margherita Sarfatti. E poi un dibattito allargato su cinema e diversità culturali a cui partecipò Rossellini; un racconto di Chaplin pressoché sconosciuto; il rapporto tra David M. Turoldo, uomo di fede e di cultura, e il cinema… Per finire il nuovo film di Bellocchio che, come al solito, ci stupisce per la sua capacità di esplorare le contraddizioni dell’animo umano tra una famiglia naturale e una elettiva, tra fede e fanatismo. Ce n’è per tutti i gusti, mi auguro. Marco Vanelli

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