CABIRIA 194 – 195<br/> Studi di cinema

CABIRIA 194 – 195
Studi di cinema

16,00

CABIRIA 194 - 195
Studi di cinema

il Geko edizioni

Formato 16,5x24
Pagine 200
ISBN 978-88-3124-424-4

Fellini 100 L’occasione del centenario felliniano ci offre l’opportunità di aggiungere qualche contributo non peregrino ai tanti che si stanno pubblicando in tutto il mondo. Di Fellini si potrebbe parlare in ogni nostro fascicolo senza paura di ripetersi, scoprendo sempre qualcosa di nuovo – o di antico, se ricuperiamo (come siamo soliti fare e facciamo anche ora) dei materiali dimenticati. Partiamo da questi. Qui accanto potete vedere una piccola tavola di vignette, firmata semplicemente “Federico”, uno dei tanti disegni umoristici che Fellini ha realizzato prima di esordire nel cinema, che credo non sia stata più ripubblicata da quando comparve su «spettacolo» il 7 luglio 1944 a p. 43. È un “raccontino”, come si legge nel cartiglio, suddiviso in quattro scene, dove troviamo il circo, la “donnona”, una sorta di odalisca (come la “bella sulamita dello Sceicco Bianco) e una danza del ventre domestica, con tanto di tegame in testa al posto della falce di luna della procace selene circense (e qui viene in mente la padellata che don Pietro dà al vecchietto allettato in Roma città aperta). Vogliamo dire che c’è già molto del suo mondo a venire? Potremmo farlo, ma finiremmo per alimentare luoghi comuni. c’è poi, nel Laboratorio, il testo della lettura della Dolce vita che padre nazareno Taddei (altro centenario) redasse nel 1960: è un pezzo di storia della critica cinematografica, della società italiana, di una pastorale culturale che anticipò il concilio (e ne pagò lo scotto). Fondamentale rileggerla. Inoltre, dal 1964, un’intervista dimenticata, assente da tutte le bibliografie, a Fellini e Moravia sul rapporto tra cinema e letteratura. Di nuovo, invece, pubblichiamo un saggio sul “soggetto” nel cinema di Fellini da parte di uno dei massimi esegeti americani del Maestro, Frank Burke; e inoltre uno studio su quanto di innovativo Fellini ha dato al linguaggio filmico: in genere parlando dei suoi film tutti si soffermano sui contenuti, come se questi fossero avulsi da una serie di scelte espressive personalissime che spesso sono state innovative e rivoluzionarie. Ma non è tutto: Aldo Buzzi e Arrigo Benedetti vengono analizzati nel loro rapporto con il cinema andando a indagare in anfratti meno noti del loro lavoro intellettuale. Per questa volta non avremo né cineforum né Groovy Movies, che torneranno nel prossimo fascicolo (assieme a nuovo materiale felliniano).

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