C’Arte

C’Arte

15,00

C’Arte

Rino Valido

Formato 23x27
Pagine 80 (colore)
ISBN 978-88-3124-471-8

Guardare e vedere oltre, guardare oltre e scoprire qualcosa dentro di noi di insperato. Può succedere nei magici momenti di suggestione contemplativa. Può succedere di fronte a un’opera d’arte che cattura la nostra attenzione al di là dell’immagine proposta, talora addirittura nonostante quell’immagine. In particolare il mondo dell’arte può offrire tali straordinarie opportunità. Le opere di Rino Valido costituiscono un perfetto esempio di un simile processo di conoscenza poiché esaltano le capacità seduttive del paesaggio. La sua pittura, che potremmo definire “poeticamente informale”, nasce da un processo figurativo che tanti anni fa ha subito una violenta folgorazione grazie alla frequentazione della Camargue che non descrive ma interpreta la natura, la plasma di contrastanti tonalità, come se fossero pennellate di luci e di ombre a determinarne l’anima. Da quel momento Valido ha trasferito sulla tela e sulla carta quelle emozioni che in seguito ha rinvenuto in altri paesaggi reali o alimentati dall’emozione. Il nostro artista ha dunque attivato quel processo di conoscenza dell’“oltre” per realizzare le sue opere. Ogni osservatore riesce dunque a scoprire o a recuperare il “paesaggio” che gli compete in ciò che gli viene proposto come elemento di ricerca o come alimento da consumare con lo sguardo. Noi tutti ci riconosciamo in un’immagine piuttosto che in un’altra proposta da un dipinto di grandi dimensioni o emersa da un piccolo quadro suscitato da un’improvvisa folgorazione. Ogni sua opera vive infatti di intima completezza. Anche le carte assorbono e diffondono la medesima magia. In particolare quelle carte che riescono a suggerire all’artista, nella loro discontinua palpabilità, la tipologia di approccio compositivo. Sotto tale profilo l’attuale mostra di Rino Valido, intitolata “C’Arte”, accolta nel Museo delle Cartiere di Toscolano Moderno, in provincia di Brescia, assume una particolare importanza poiché, se è vero che materia chiama materia, i risultati offerti dalla cartiera sposano con effetto simbiotico i comportamenti pittorici dell’artista ligure. Infatti il gesto, almeno il primo gesto, subisce il fascino di una superficie non perfettamente omogenea che invita a inseguire la traccia partendo dalla sua nascita. Egli è intervenuto proprio su questi fogli modellati dalle storiche cartiere della valle e filigranati dallo stesso museo. In tal modo suggestione chiama suggestione. Per portare due esempi illustri, Leonardo guardava e recuperava per il suo comportamento “narrativo” determinati segni dell’intonaco e Picasso inseguiva e acquisiva le dilatazioni zoo-antropomorfe dell’inchiostro sulla carta assorbente. Avvalendosi di tale insegnamento il nostro artista ha riversato tonalità suggerite da un simile supporto per costruire un ambiente di leggerezza e di complicità compositiva.

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